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Complice la necessità di limitare al massimo gli spostamenti a seguito della quarantena da Covid-19, il diario dei nostri social si è riempito in questi ultimi due mesi di una marea di dirette streaming, dai contenuti più svariati e con qualità tecniche che passavano senza soluzione di continuità dalla produzione Rai a quelle di “Gemma del Sud” (sì, il riferimento è volutamente ostico e indirizzato ai cultori del trash vintage, per tutti gli altri esiste sempre un noto motore di ricerca…).

Quello che però avevano in comune la stragrande maggioranza dei contenuti proposti in live streaming era l’assoluta inutilità di quanto diffuso.

A questo punto però è necessario fare un disclaimer: l’inutile, sul web, non ha necessariamente un’accezione negativa. Anzi, se guardiamo ai contenuti inutili per eccellenza e cioè ai “meme”, spesso ci ritroviamo di fronte a vere e proprie perle di ironia e umorismo sopraffino, assolutamente imperdibili.

Quindi un gruppo di amici che si collega in diretta per “cazzeggiare” è certamente inutile, ma può essere anche divertente.

Diverso è il discorso di chi, magari per cercare di sbarcare il lunario o per assecondare la moda del momento, si improvvisa guru del web e si auto-propone come dispensatore di consigli online, prendendosi se possibile pure sul serio.

Ecco, tutta questa pletora di pseudo-esperti, divulgatori della domenica e presenzialisti dell’ovvio producono con certezza matematica materiale inutile nel pieno senso della parola, cioè da evitare senza particolari patemi d’animo perché non aggiungeranno nulla alla vostra formazione personale. Se poi si aggiungono i complottisti e gli spacciatori di “fake news”, allora i contenuti diffusi oltre che inutili diventano pure dannosi.

Gli esperti, quelli veri, con una storia professionale certificata alle spalle infatti si sono ritrovati in questa situazione particolarmente a loro agio, al netto ovviamente della questione sanitaria, perché per loro l’utilizzo degli strumenti legati allo smart working e alla divulgazione scientifica online non rappresentavano affatto una novità. Non hanno dovuto dunque improvvisare nulla, perché questa era per loro la normale amministrazione.

E la differenza, nella produzione dei contenuti, si è vista tutta, a volte in maniera impietosa.

La morale della storia in fondo è sempre la stessa: possono cambiare i contesti, ma le capacità e la professionalità restano in ogni caso i prerequisiti per ottenere una reputazione sul web all’altezza delle aspettative.

Per ulteriori approfondimenti e per informazioni sul tema, non esitate a contattare gli amici di G:Cube, ne varrà certamente la pena!